Hikikomori – Isolamento sociale volontario

Era la fine del 2017 quando una mamma mi scrisse un messaggio privato attraverso la mia pagina Facebook chiedendomi se conoscessi l’ Associazione Hikikomori Italia ed il fenomeno dell’isolamento sociale volontario. Ammetto di no.

Non conoscevo il fenomeno dell’Hikikomori (termine giapponese che significa “stare in disparte”), non ne avevo mai sentito parlare (per approfondimenti rimando agli articoli presenti in questo blog). Così andai a documentarmi, trovando molto materiale (principalmente in inglese) ed imbattendomi in quello che viene riconosciuto come il principale studioso del fenomeno: lo psichiatra Tamaki Saitō.

Nello stesso tempo contattai l’Associazione dando la mia disponibilità a collaborare, trovando persone (professionisti e genitori) che mi accolsero con piacere, gentilezza e disponibilità.

Perchè lo feci? Perchè più leggevo materiale sul fenomeno e più mi rendevo conto di quanta disinformazione, ignoranza e pregiudizio si nascondevano dietro questo termine ai più sconosciuto.

L’isolamento sociale volontario è un disagio che riguarda tutti, non solo chi si nasconde dietro la porta di una camera. Queste persone scelgono di interrompere ogni contatto con il mondo esterno a causa principalmente di pressioni di realizzazione sociale, la problematica è comunicativa e relazionale. Si rifugiano nella loro camera o nella loro casa interrompendo studi, lavoro, attività esterne, amicizie e relazioni e, così facendo, corrono un rischio elevato di sviluppare psicopatologie (ansia, depressione, dipendenza da internet, DOC, disturbi psichiatrici). Le famiglie non da meno vivono una situazione di disagio estremo, sperimentando sentimenti di impotenza, preoccupazione, sensi di colpa, angoscia.

L’ Hikikomori nasce nella società, in quelle società economicamente sviluppate che trattano ogni singolo individuo come una pedina da muovere, che nascondono l’individualità della persona invece di sviluppare il loro potenziale, che chiedono di scendere a compromessi senza restituire niente in cambio.

Gli Hikikomori sono soprattutto adolescenti (ma nella nostra associazione abbiamo casi di più di 40 anni), il fenomeno nasce in adolescenza ed è una ribellione silenziosa che chiede una voce…questa voce possiamo essere noi: genitori, professionisti, insegnanti, istituzioni…

E sono ancora qui dopo qualche anno, sono diventata Coordinatrice dell’Area Psicologica dell’Associazione Hikikomori Italia per il Lazio. Tanta strada è stata fatta, tanta ancora è da fare.

Sempre più colleghi, medici, educatori, insegnanti, assistenti sociali, professionisti della salute mentale e genitori conoscono l’esistenza di questo fenomeno. Tante istituzioni ci hanno ascoltato. Hanno capito che queste persone non sono pigre, viziate, deboli, incapaci. Bensì sono persone che soffrono e che, in quanto tali, hanno il diritto di essere ascoltate, accolte e aiutate.

Sono tante le iniziative che portiamo avanti e i servizi che offriamo:

  • Seminari informativi
  • Formazione per professionisti sanitari, insegnanti, educatori, assistenti sociali
  • Workshop nelle scuole
  • Psicoterapie individuali e famigliari a prezzi calmierati
  • Gruppi di Auto Mutuo Aiuto gratuiti
  • Interventi psicoeducativi domiciliari a prezzi agevolati

Se hai dubbi, domande o per informazioni non esitare a contattarmi!

L’immagine di copertina è opera di uno di questi ragazzi -un artista ex Hikikomori- Davide Conte, che me l’ha gentilmente donata per un articolo scritto qualche tempo fa e che ringrazio sempre con affetto.