“Oddio, ho un ansia tremenda in questo periodo!” Quante volte ci siamo sentiti dire, o abbiamo detto questa frase? Spesso è veritiera, in altri casi, invece, il termine “ansia” è abusato e mal usato. In ogni caso i disturbi d’ansia sono le patologie psicologiche maggiormente diffuse: nel corso della vita 1 persona su 5 va incontro ad uno dei tanti disturbi afferenti allo spettro ansioso e nel nostro paese circa 10 milioni di italiani hanno sofferto di attacchi di panico almeno una volta nella vita.
Un’altra frase che mi sento dire spesso dai miei pazienti è “non capisco come sia possibile, non mi ritengo una persona stupida” oppure “sono sempre stato in grado di affrontare la vita, sono sempre stato forte!”. Ecco, togliamoci dalla testa che chi soffre di ansia abbia qualche carenza intellettiva, sia fragile o debole! Anzi, molte ricerche hanno dimostrato che l’ansia colpisce chi ha un Quoziente Intellettivo elevato!
Cosa succede quindi alla nostra mente quando viene colpita e paralizzata dall’ansia?
Vi propongo un articolo che ho scritto qualche anno fa e originariamente pubblicato su PsicologiaOk che tratta il tema degli attacchi di panico.
Inizia così il nostro percorso attraverso l’ansia che verrà approfondito negli articoli successivi.
…chiudi gli occhi e prova ad immaginare…
Sei in una piazza in mezzo a tanta gente, oppure comodamente seduto nella tua poltrona e ad un tratto, come se nulla fosse, senti i battiti del tuo cuore accelerare, la sudorazione aumentare, il respiro farsi sempre più veloce ed irregolare e, improvvisamente, nella tua mente si affaccia un’idea mai avuta prima: “sto per morire!“. Il tuo fisico inizia a non rispondere più ai comandi della tua mente, è come se ogni singolo muscolo si animasse e tu non potessi fare nulla per fermarlo. E’ una sensazione strana ma nello stesso tempo profondamente angosciante: si chiama attacco di panico.
Il DAP, disturbo da attacchi di panico, rientra nei cosiddetti “disturbi d’ansia” (DSM V) e, oltre a quelli già esposti in precedenza, comprende i seguenti sintomi:
- tremori
- vertigini
- terrore senza nome accompagnato da paura di morire o impazzire
- nausea
- sensazione di soffocamento
- sensazione di freddo o di calore esagerati
- dolori al torace e all’addome
- disturbi dell’attenzione e della concentrazione…
Dati epidemiologici dimostrano che è una delle patologie più diffuse nel mondo occidentale e che circa una persona su 25-30 soffre, o ha sofferto, di attacchi di panico. L’età d’insorgenza può variare ma si attesta maggiormente tra l’adolescenza e la prima età adulta, con maggior frequenza tra le donne che tra gli uomini.
Spesso a complicare ulteriormente la situazione sono proprio le tentate soluzioni (Nardone, 1993) che il soggetto colpito da attacchi di panico, in buona fede, attua: nella maggior parte dei casi si cerca protezione negli affetti e ci si impegna in ungraduale evitamento delle situazioni a “rischio”, arrivando fino ad un evitamento totale.
Si entra così in un circolo vizioso dal quale è difficile, se non impossibile, uscire senza l’aiuto di un esperto.
Quasi sempre, il panico viene vissuto come un nemico incontrollabile, un qualcosa che ci piomba addosso e su cui non possiamo assolutamente agire! La persona si trova in balia di un mare in tempesta, scombussolata da onde che non riesce a domare nonostante i tentativi di non affogare.
La passività diventa una compagna quotidiana… “io non posso fare nulla, è lui che decide”. Si sente di aver perso ogni potere sulla propria vita e l’impotenza si affaccia in tutta la sua forza!
Il primo passo da compiere è quello di non cedere a questi pensieri ma di credere che, nonostante tutte le emozioni negative e devastanti vissute, si è sempre e comunque padroni della propria vita e che qualcosa si può (e si deve) fare per riacquistare il controllo. Bisogna essere in grado di accettare e sfidare la propria paura: “Non si può evitare la paura, è accettandola e utilizzandola che si diviene coraggiosi” (Nardone, 2003 p. 118).
In fin dei conti l’attacco di panico altro non è se non un qualcosa di incontrollato che sentiamo piombarci addosso all’improvviso, su cui perdiamo ogni tipo di potere. È tale condizione, l’incontrollabilità, a terrorizzarci sopra ogni altra cosa, ed è proprio su questa che dobbiamo agire, riprendendo il nostro potere, accettando la nostra paura e assumendone il controllo.
Infatti, anche se per chi lo vive il problema ansia assume un carattere esclusivo, un macigno che viene portato quotidianamente e che inficia ogni ambito della propria vita, è necessario sapere che una soluzione c’è!
E non deve essere per forza accompagnata da dolore e sofferenza…nella nostra cultura c’è ancora la convinzione, ad esempio, che andare dallo psicoterapeuta significa stare male, piangere, disperarsi riportando alla luce vecchi traumi e sofferenze!
Nulla è più lontano dalla realtà!
Le cause del disturbo possono essere molte come anche le cure per gli attacchi di panico che variano dall’assunzione di psicofarmaci (che non guariscono ma alleviano il sintomo) alle terapie prettamente psicologiche/psicoterapeutiche (fondamentali per la risoluzione del problema), passando attraverso tecniche di rilassamento, visualizzazioni e fantasie guidate, training autogeno ed esercizi di respirazione.
Le tecniche per superare gli attacchi di panico sono quindi numerose e tutte ugualmente efficaci, ma è fondamentale che siano tarate sul caso individuale. Ogni persona, infatti, è diversa dall’altra e ciò che può andar bene per una può non essere altrettanto valida per un’altra. Partendo dal presupposto che la conoscenza del problema non porta direttamente ed inevitabilmente alla sua soluzione, è stato dimostrato che le psicoterapie maggiormente efficaci per gli attacchi di panico sono quelle che pongono una centratura ed una focalizzazione diretta sul problema stesso, in modo tale da favorire il superamento del disturbo in tempi brevi e senza ulteriori sofferenze.
E’ indispensabile, inoltre, un coinvolgimento dell’individuo nella terapia, facendo leva sulle risorse individuali e permettendo, allo stesso, di diventare protagonista del suo cambiamento. I nuovi approcci insegnano che il percorso migliore è quello che permette alla persona di acquisire fiducia in se stessa, di mettersi alla prova, di sviluppare la propria creatività.
Inoltre, bisogna superare l’idea che la psicoterapia sia un percorso lungo e decennale: le nuove terapie cosiddette “brevi” si focalizzano sul sintomo e portano a risultati in tempi relativamente rapidi (a seconda ovviamente del tipo di disagio e della persona).
Ad esempio nel caso della psicoterapia strategica la terapia è efficace nel 95% dei casi ed i protocolli di trattamento messi a punto sono in grado di produrre effetti visibili sin dalle prime sedute, coinvolgendo attivamente il paziente ma rispettando i suoi tempi e mai “forzando la mano”.
E’ possibile quindi superare l’ansia e gli attacchi di panico ma è fondamentale rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto e certificato che aiuti la persona a ritrovare l’equilibrio perduto e a superare il momento di “crisi” che si trasformerà così in apprendimento!
Per informazioni, domande o dubbi lasciate un messaggio qui sotto o scrivetemi in privato!
Pingback: Chi mi salverà dall’ansia? | Dott.ssa Chiara Illiano