[Questo articolo è stato scritto congiuntamente dalla Dott.ssa Rosanna D’Onofrio e dalla Dott.ssa Chiara Illiano]
“L’approccio dell’ auto/mutuo aiuto si fonda sulla convinzione che il gruppo racchiuda in sé le potenzialità di promuovere dinamiche di aiuto reciproco tra i suoi membri. Che cos’è il mutuo aiuto? E’ semplicemente quel fenomeno per cui i membri di un gruppo, mentre riflettono su una data questione, si aiutano reciprocamente” (Steinberg, 2002 p. 11)
I Gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA) sono una particolare metodologia di trattamento che si fonda sul principio fondamentale “tu solo ce la puoi fare, ma non ce la puoi fare da solo”. Si basano sul principio della mutualità, ossia sviluppano la creazione di uno spazio volto a generare uno processo di aiuto, un sostegno reciproco tra chi sta vivendo la stessa situazione (o simile) e a favorire l’impegno sia per se stessi che per gli altri. Si appoggiano sul bisogno, insito in ognuno di noi, di cooperare e di compartecipare emotivamente con i propri simili. Sono stati introdotti nel campo degli Alcolisti Anonimi ma oggi vengono utilizzati in molte forme di disagio: gioco d’azzardo, disturbi di ansia, depressione, sostegno a gravi malattie organiche e, nel nostro caso, con genitori che condividono un’esperienza comune, il disagio di un figlio che ha deciso “volontariamente” di isolarsi dalla società e nei casi più gravi, anche dalla propria famiglia.
Perché fare gruppi di auto mutuo aiuto?
“Nel gruppo può nascere un vero e proprio dibattito…i partecipanti, se se la sentono, possono esprimere liberamente le proprie idee e fare del gruppo una specie di cassa di risonanza: un luogo in cui mettere in discussione, e possibilmente modificare, le rispettive opinioni. (Shulman, 1992 p. 275)
Il gruppo assicura ai partecipanti un sostegno emotivo, diviene un contenitore di esperienze dalle quali si possono attingere informazioni pratiche da chi dà testimonianza diretta di un proprio vissuto. Si lavora su se stessi in base al rapporto con l’altro. L’altro diviene specchio della propria situazione e la condivisione comune e reciproca di esperienze determina, tra i membri del gruppo, un senso di appartenenza in cui prevale l’accettazione da parte degli altri con la conseguente riduzione dell’etichettamento che ognuno sperimenta nella quotidianità.
Nel gruppo vengono condivisi problemi che non vengono più percepiti come esclusivamente personali e tale condivisione facilita la possibilità di rielaborare le proprie esperienze e i propri vissuti grazie all’ascolto e alla riflessione con l’altro.
Attraverso il gruppo le esperienze personali si arricchiscono di nuovi significati, facilitando la revisione di alcuni propri schemi comportamentali e di pensiero che sono risultati deficitari e/o limitanti fino a quel momento. La forza del gruppo sta proprio nella possibilità di acquisire abilità e atteggiamenti più efficaci nella ridefinizione del proprio ruolo.
L’auto mutuo aiuto porta alla luce il grande potenziale di intervento che possono esprimere in gruppo persone che attraversano disagi similari. Il gruppo diviene uno strumento molto potente che permettere di mettere alla luce la rappresentazione soggettiva del problema e, attraverso lo scambio con l’altro, limiti e risorse dei propri comportamenti.
Perché con genitori di ragazzi Hikikomori ?
Nel momento in cui un ragazzo decide di isolarsi dalla società automaticamente avviene un profondo cambiamento nella vita di tutto il sistema famiglia e molto spesso i genitori si trovano a vagare alla ricerca di una soluzione. Sostengono sfide impegnative, sono alla continua ricerca di senso e molto spesso colpevolizzando se stessi. Sperimentano paura e senso di inadeguatezza rispetto alle proprie competenze genitoriali.
Questi genitori si trovano ad affrontare una situazione non comune e sovente è difficile trovare qualcuno con cui confrontarsi. Gli stessi parenti risultano essere molto poco comprensivi verso la situazione, tendendo a colpevolizzare il genitore o ad etichettare il giovane come “nullafacente”. È lo stesso nucleo familiare ad avvertire sovente una penosa condizione di isolamento e si sentono sacrificati a soddisfare la pesante esigenza posta dal figlio. Tutto ciò li può stimolare a cercare forme di aggregazione con persone che si trovano in condizione simile alle loro sviluppando proattività (capacità di anticipare gli eventi ed agire verso un cambiamento), autoefficacia (percezione della propria capacità di agire su determinati eventi) ed empowerment (consapevolezza di sé e delle proprie abilità e competenze nel far fronte alle sfide della vita).
Quali sono gli obiettivi di un gruppo di auto/mutuo aiuto? (Steinberg, 2002)
“Il problema non è solo che non arriviamo da nessuna parte ma, soprattutto, che non abbiamo compagni di strada” (F. M. Colby, 1921)
- Condivisione delle informazioni e sostegno reciproco
- Valorizzazione delle potenzialità, risorse e competenze positive (individuali e del gruppo) e diminuzione/cessazione dei comportamenti inadeguati messi in atto
- Creazione di un “senso del noi”, persone accomunate da uno stesso obiettivo e da difficoltà simili
- Riconoscimento delle differenze presenti nel gruppo, con conseguente accettazione rispettosa e utilizzo delle stesse in positivo
- Uso delle risorse individuali (e del gruppo) per sostenere e aiutare gli altri e se stessi
- Confronto (anche su temi “scomodi”) costruttivo e sperimentazione di nuovi modi di pensare e di agire
- Incremento delle competenze di problem solving (risoluzione di problemi) e di comunicazione
Nel mese di maggio partiranno i gruppi di auto/mutuo aiuto gratuiti condotti da noi per l’ Associazione Hikikomori Italia Genitori Onlus: se stai vivendo una situazione simile, se conosci qualcuno che si ritrova in quanto scritto qui sopra, o se semplicemente sei curioso non esitare a contattare noi o l’Associazione.